Arezzo
Le città si possono amare, possono piacere, ti possono riempire gli occhi e il cuore con bellezze artistiche, si possono ammirare, se ne può apprezzare un popolo perché è cortese, un’altro perché è raffinato, un’altro perché è schietto. In realtà le città sono un insieme più o meno bello, più o meno organizzato di abitazioni che vengono utilizzate da persone. Poco importa come è l’architettura o l’urbanistica, ma alla fine quello che conta sono le persone, il resto è una cornice. Nessuno di quelli che vanno a vedere la Gioconda, si guardano la cornice e quello che rimane è il tuffo al cuore che si ha quando si guarda il quadro.
Probabilmente il fatto di aver passato gli anni della mia gioventù in mezzo al popolo di Arezzo, mi ha formato apprezzare le persone e il posto. Forse quando si parla di Arezzo non riesco ad essere completamente neutro. Si possono amare tanti posti, si può apprezzare ammirare, ma ognuno di noi ha il proprio territorio, si riconosce in uno stile in un modo di fare e di essere.
Mentre scrivo ‘ste parole me vien da pensare e senza accorgermene il mio pensiero segue la calata così arzigogolata della parlata aretina, nonostante adesso sia costretto dalle circostanze a un’utilizzo più “Italiano” della mia lingua. Io un son d’Arezzo, ma Arezzo è ‘l mio.